Materiale:
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Papiro |
Lingua:
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Greco |
Genere: |
Apocrypha |
Provenienza: |
sconosciuta
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Datazione: |
IV sec.
d. C. |
Formato: |
Codice
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Descrizione |
CONDIZIONI ATTUALI DEL FRAMMENTO
Frammento papiraceo proveniente dal foglio di un codice in cui la faccia scritta contro le fibre precedeva l'altra scritta lungo le fibre. La scrittura è disposta a piena pagina su entrambe le facce. Rimangono porzioni dei margini interno (verso) di cm 1,3, esterno (recto) di cm 1 e inferiore di 0,8 cm.
RICOSTRUZIONE BIBLIOLOGICA
I dati permettono di ricostruire un numero di [21] righe per pagina (tra l'ultima parola del recto e la prima del verso, infatti, risultano omesse 20 lettere, corrispondenti a una riga). Dal momento che ciascuna riga è pari a circa 4/3 del dato attuale e che una riga di scrittura unitamente all'interlinea misura ca. cm 0,7, le dimensioni della superficie scritta possono valutarsi in cm [7] x [15]. Per quanto riguarda le dimensioni della pagina, la conservazione dei margini permette di ricostruire la larghezza, pari a cm [9].
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Condizioni attuali |
Recto |
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Verso |
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Frammenti |
1 |
Dimensioni (cm): |
6,5 x 11,5
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Margine superiore: |
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Margine inferiore: |
0,8 |
Margine interno: |
1,3 |
Margine esterno: |
1 |
Colonne di scrittura: |
1 |
Righe per colonna: |
20 |
Intercolumnio: |
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Numerazione: |
No |
Note marginali: |
Si |
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Ricostruzione bibliografica |
Fogli: |
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Dimensioni (cm): |
[9] x []
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Margine superiore: |
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Margine inferiore: |
0.8
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Margine interno: |
1.3
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Margine esterno: |
1
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Colonne di scrittura: |
1
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Righe per colonna: |
[21]
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Intercolumnio: |
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Superficie scritta (cm): |
[7] x [15]
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Numerazione: |
? |
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Bibliografia |
G. Vitelli, PSI VII, pp. 40 - 43; R. A. Kraft, VChr, 21 (1967), pp. 150 - 163. |
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LDAB: |
452 |
Pack: |
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Mertens/Pack: |
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Van Haelst: |
626 |
Allen-Sutton-West: |
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Aland AT: |
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Aland NT: |
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Nestle-Aland: |
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Marganne: |
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Rahlfs: |
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Turner, Typology, p. 129 nr. 503a; Pap.Flor. XXX, p. 32. |
Commento |
SCRITTURA E IPOTESI DI DATAZIONE
Sul margine interno, in corrispondenza della r. 16 del verso compare un delta sopralineato, indicante una soluzione di continuità testuale di cui il testo a noi noto non presenta tracce.
Lo scriba fa uso di abbreviazioni di nomina sacra e di una complessa punteggiatura (punti fermi: rr. 3, 6, 9, 10, 13 del recto; rr.4, 6, 10, 11, 12, 16 del verso; punti in alto: r. 8 del recto; rr. 9, 18 del verso; compare anche una non perspicua linea orizzontale dopo martyrion, alla r. 16 del recto). Sono presenti una paragraphos tra le rr. 16 e 17 del verso e correzioni interlineari soprascritte alle rr. 5 del verso e 5 del recto.
La scrittura è una informale ad asse inclinato a destra, caratterizzata dal modulo quadrato e dal tracciato angoloso. Il ductus corsivo è responsabile di numerose legature: particolarmente diffuse quelle tra epsilon e alpha + iota. Da notare il tracciato di alpha – sovradimensionata e quasi sempre caratterizzata da occhiello schiacciato e allungato nell'interlinea inferiore – e di ypsilon – rigida e arcaizzante, in tre tratti.
In base al confronto con il POxy. XXXIII 2656 (del IV secolo d.C., POxy. LXIV, pl. IV; Turner, GMAW, 43), che mostra una scrittura dal tracciato meno rigido, si conferma la datazione al IV secolo d.C. proposta dall'editore principe.
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